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05 Gennaio 2018
Alzino le mani i piloti di Formula 1. Pochi. Alzino le mani i proprietari di una macchina da corsa. Pochi. Alzi la mano chi non è mai andato oltre i 150 km/h. Tanti (e meno male!). Ecco, allora perché i tachimetri arrivano fino a 220/260 km orari se tanto la stragrande maggioranza dei guidatori viaggia a una velocità di molto inferiore?
Beh, le motivazioni sono molteplici e molto diverse l’una dall’altra. Alcune psicologiche, alcune puramente legate ai costi di produzione.
Le case automobilistiche producono tantissimi modelli, alcuni completamente diversi uno dall’altro. Se avessero un macchinario diverso per ogni parte di ogni modello d’auto i costi sarebbero esorbitanti e per questo spesso auto diverse hanno pezzi uguali ed il tachimetro è uno di questi: lo stesso viene montato su macchine da città e su auto sportive e quindi deve poter segnare velocità elevate per tutti. Il primo motivo è quindi l’ottimizzazione dei costi di produzione.
Un secondo motivo è legato alla psicologia e al marketing. Pochi di noi sono piloti da corsa, ma molti vorrebbero esserlo. Un tachimetro che segna numeri alti ci fa credere di poter arrivare a quella velocità (anche se non è vero) e ci dà soddisfazione. E una cosa che ci fa sognare vende molto meglio.
Ricapitolando: i tachimetri segnano fino a 260 km orari anche se le auto sono molto più lente per dare benefici psicologici ai guidatori e perché è più economico produrre tachimetri uguali per tutti, dalla Ferrari alla Fiat 500. Svelato il mistero!