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Cercasi baristi e panettieri a 1400 euro: nessun interessato

Angelo Pattini, proprietario dell’omonima catena di panetterie a Milano, da agosto cerca personale, senza successo.

Cercasi baristi e panettieri a 1400 euro al mese: un’offerta che sembra non interessare a nessuno

26 Ottobre 2017

Di lavoro se ne parla ovunque, la disoccupazione attanaglia il nostro paese, però ci sono anche storie, come quella di Angelo Pattini, titolare della famosa e omonima panetteria milanese, che ci fa un po’ riflettere sugli italiani e il loro rapporto con il lavoro.

A sentire il signor Pattini trovare personale sembra la cosa più difficile al mondo. Fuori dai suoi negozi, infatti, campeggia da ferragosto un cartello di “cercasi baristi, panettieri, pasticceri, commesse, cassiere e addetti alle pulizie" che però sembra non interessare a nessuno, cosa che ovviamente ci fa pensare visto il drammatico periodo storico che stiamo attraversando.

Come mai?

Se davvero la gente non ha lavoro, il signor Angelo dovrebbe avere la fila fuori dai suoi negozi, così infatti la pensava anche lui, ma così in realtà non è stato, come lui stesso ci racconta:

"Ho messo i cartelli subito dopo Ferragosto, sono riuscito a prendere solo quattro persone, due delle quali sono andate via. Ci serve personale da assumere a tempo pieno, con contratto regolare ma spesso è proprio questo il problema. Di curriculum ne sono arrivati tanti, abbiamo fatto colloqui e attivato diversi periodi di prova, ma non siamo riusciti a prendere quasi nessuno".

E pensare che il lavoro è anche bene retribuito, dai 1200 ai 1400 euro mensili, a seconda della mansione, per 8 ore nette. Come ci ha spiegato il titolare dei negozi, di curriculum ne sono arrivati tanti, il 70% dei candidati però erano stranieri e abbiamo dovuto scartarli. Come ci spiega l’imprenditore, non certo per una questione di razzismo:

“Non si tratta di razzismo: la metà dei miei dipendenti è straniera, ma per questo lavoro servono esperienza e familiarità con la professione. Gli egiziani, ad esempio, sono maestri nella panificazione e anche i sudamericani lavorano bene, perché hanno tradizioni alimentari simili alle nostre"

Il problema infatti sembrano proprio essere gli italiani, che dal racconto che ci fa Angelo non ne escono molto bene: 

"Un barista di 55 anni dopo il mese di prova se n'è andato perché preferisce continuare a prendere la disoccupazione e fare qualche lavoretto. Una candidata ci ha avvertito che sarebbe venuta da noi se non le avessero concesso gli ammortizzatori sociali: non si è presentata"

Insomma Pattini non se ne fa una ragione e dopo qualche aneddoto sconcertante, continua parlando del sistema vaucher, a suo avviso perfetto per il tipo di manodopera di cui ha bisogno, spesso composta da casalinghe che nei momenti di bisogno hanno spesso lavorato per lui, magari anche solo tre ore dopo aver portato i figli a scuola.

Anche i giovani per lui sono una questione importante e ne parla raccontandoci della sua esperienza in cui molti giovani, dopo un apprendistato nella sua bottega, chiedono una referenza e si dirigono all’estero dove la tradizione alimentare italiana gode di grande considerazione e ammirazione.

Ma quindi qual è il vero problema? Non certo il lavoro di bottega offerto dal signor Angelo, molto più probabilmente la colpa è di un paese che sembra sempre mettercela tutta a demotivare o mandare all’estero chi questo paese vorrebbe e dovrebbe costruirlo.

 

 

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