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Wemogee, l'app che trasforma le emoji in parole

Sviluppato da Samsung Italia, il software di messaggistica istantanea per smartphone supera le barriere linguistiche sfidando i muri comunicativi dell'afasia.

Wemogee, l'app che trasforma le emoji in parole

28 Aprile 2017

Le emozioni sono il linguaggio universale”. Parte da questo aforisma della poetessa australiana Judith Wright la sfida comunicativa all'afasia: disturbo neurologico caratterizzato dalla perdita della capacità linguistica. A lanciare il guanto è stata Samsung Italia che ha sviluppato Wemogee, l'app di messaggistica istantanea che traduce intere frasi in combinazioni di emoji, ideogrammi e smile usati nelle chat, che risultano così comprensibili anche dalle persone che soffrono di questa patologia.


In Italia sono circa 200mila; su scala mondiale si arriva a 3 milioni di casi di soggetti per i quali è praticamente impossibile esprimersi attraverso il comune linguaggio. La nuova applicazione, disponibile gratuitamente dal 28 aprile per i dispositivi Android e iOS, supera la barriera della parola grazie all'introduzione di un traduttore testo-emoji. Le faccine gialle e simboli sono, infatti, alla portata degli afasici proprio perché sono un'immediata rappresentazione dell'unico linguaggio a loro accessibile: quello delle emozioni. Sono queste a creare un ponte comunicativo valido fra chi è affetto dalla patologia e chi non lo è.

Le combinazioni di frasi traducibili sono state approvate da Francesca Polini, logopedista e docente dell’Università degli Studi di Milano, che ha minuziosamente selezionato una library con oltre 140 espressioni utili e suddivise in sei categorie: “vita quotidiana”, “mangiare e bere”, “sentimenti”, “aiuto”, “attività ludico-ricreative” e “ricorrenze e celebrazioni”. Per Elio Clemente Agostoni, direttore del Dipartimento Neuroscienze presso l’Ospedale Niguarda di Milano, “l'app rappresenta una vera e propria nuova metodologia di comunicazione che agevola il paziente afasico limitando le sue possibilità di scelta e di conseguenza le possibilità di errore”.

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