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Ergofobia: cos’è, cause e cure per superare la paura del lavoro

Si tratta di un disturbo che può in alcuni casi diventare invalidante: chi ne è affetto fa molta fatica a svolgere le mansioni assegnate

Ergofobia: cos’è, cause e cure per superare la paura del lavoro

Credits: Getty Images

19 Febbraio 2025

Redazione 105

Essere affetti da una fobia può, in alcuni casi, diventare invalidante. Si tratta di una paura incontrollata ed eccessiva verso uno stimolo specifico: la persona fobica può, a causa del disturbo, sentirsi oppressa e limitata nella sua libertà di azione. Secondo Stars Insider circa 19 milioni di americani hanno una o più fobie, con livelli differenti di gravità. 

Tra le numerose fobie possibili, ne esiste una particolarmente subdola: quella del lavoro. Si chiama ergofobia e chi ne soffre prova molta paura anche al pensiero di dover andare al lavoro. Questo rende molto difficile svolgere bene le mansioni assegnate. 

I sintomi comuni di questa fobia includono:

  • battito cardiaco accelerato
  • sudorazione
  • secchezza delle fauci
  • sensazione di soffocamento

Molte persone affette da ergofobia fanno infatti fatica a mantenere il posto di lavoro

Tra le cause possibili ci sono:

 

  • Ansia: la paura di commettere errori crea molta tensione
  • Eventi traumatici: aver commesso un errore, aver ricevuto un rimprovero, può in alcuni casi diventare traumatico
  • Traumi altrui: anche avere un collega esposto a traumi nel luogo di lavoro può attivare indirettamente ergofobia

Secondo alcuni studi anche la genetica farebbe la sua parte nello sviluppo di alcune fobie. 

Esistono diversi approcci terapeutici che possono rivelarsi molto utili

 

  • Terapia comportamentale: aiuta a gestire meglio le risposte emotive alla paura
  • EMDR: si tratta di un approccio che si focalizza sul ricordo dell'esperienza traumatica, per desensibilizzare 
  • Realtà virtuale: anche in questo caso l’obiettivo è di desensibilizzare la persona fobica davanti a situazioni ansiogene. 

 

Molto utile può essere parlare con altre persone del problema, fare esercizi di rilassamento, partecipare a gruppi di supporto. Nei casi più difficili lo psichiatra può suggerire l’utilizzo di farmaci, come antidepressivi e ansiolitici.

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