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Credits: Getty Images
20 Giugno 2024
Redazione 105
Ipotizzarlo era possibile, ora è confermato: utilizzare eccessivamente l’intelligenza artificiale non è salutare. Un recente studio pubblicato sul Journal of Educational Technology in Higher Education ha dimostrato che la dipendenza da ChatGPT, sempre più diffusa tra gli studenti, può portare a perdita di memoria, tendenza alla procrastinazione e crollo dei risultati scolastici.
I ricercatori della FAST School of Management (Università Nazionale di Informatica e Scienze Emergenti) di New York, diretti dal professore Muhammad Abbas, hanno seguito per diverse settimane l’evoluzione dello studio di 494 studenti, per poi valutarne i risultati accademici: una parte di loro utilizzava strumenti di intelligenza artificiale, come ChatGPT, altri no.
Dallo studio è emerso che un maggior carico di lavoro e l’aumento della pressione e dello stress spingerebbero gli studenti a utilizzare in modo eccessivo sistemi di intelligenza artificiale. Gli studenti più sensibili alla possibili conseguenze negative in termini accademici e non solo, sarebbero invece meno inclini. Anche nella media dei voti finali sono state evidenziate nette differenze: chi ha usato l’intelligenza artificiale ha peggiorato, come ipotizzato, i suoi risultati.
La ricerca rappresenta, in qualche modo, un campanello d’allarme: se l’intelligenza artificiale può in alcuni casi rivelarsi utile e preziosa, è necessario educare soprattutto i più giovani al suo utilizzo, spingendo ad evitarne l’abuso. Gli studi del futuro punteranno a indagare anche le conseguenze dell’eccessivo utilizzo di questi strumenti sulle capacità cognitive e sulla salute mentale.