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Enrico Papi sui conduttori-cantanti: "Non basta essere famoso"

Enrico Papi presenta "Tilt", sigla e titolo del suo nuovo programma. Riflette sui passati flop, lancia frecciatine e svela il sogno di Sanremo 2025

Enrico Papi sui conduttori-cantanti: "Non basta essere famoso"

Credits: Instagram @enricopapiofficial

10 Giugno 2024

Redazione 105

Enrico Papi, celebre volto della televisione italiana, ha recentemente espresso le sue opinioni sul fenomeno dei cantanti che diventano conduttori televisivi, sostenendo che non basta essere famosi per avere successo in questo ruolo, ma è necessaria una solida gavetta. In un'intervista a TvBlog, Papi ha scherzato sui deludenti ascolti del suo ultimo programma La Pupa e il Secchione, ricordando anche la sua esperienza come opinionista all'Isola dei Famosi.

Il conduttore ha annunciato il suo ritorno in TV con Tilt, un programma che andrà in onda su Italia 1 dopo gli Europei di calcio, e che vedrà la partecipazione di Peppe Vessicchio, Elisabetta Canalis, Paolo Noise e Marco Mazzoli di Radio 105. Tilt sarà anche il titolo della sua nuova canzone, che diventerà la sigla del programma.

Papi non ha nascosto il suo sogno di partecipare al Festival di Sanremo 2025, rivelando di avere intenzione di proporre un brano a Carlo Conti, anche se per ora mantiene segreto il nome del suo partner musicale. "Al Festival dovevo andarci nel 2016 con Fabio Rovazzi, avevamo una canzone. Ne parlai con Carlo, che all’epoca era conduttore e direttore artistico. Si mostrò entusiasta di sentirlo, ma poi non se ne fece più nulla perché Fabio non si sentiva pronto per il Festival", ha raccontato Papi.


Parlando dei nuovi volti televisivi, Enrico Papi ha lanciato una frecciata ai cantanti che si cimentano nella conduzione: "Ora va di moda che i cantanti facciano i conduttori. Io mi metto a fare il cantante, ma con ironia, ci scherzo. E invece i cantanti vogliono diventare conduttori veramente, la prendono sul serio. Questo mi fa ridere. Non è per questo. Oggi sembra che per condurre basti essere famoso. E invece bisogna fare la gavetta. Poi, per carità, un conduttore può sbagliare i programmi. Io, per esempio, sono uno che dice sempre di sì e commetto degli errori. Dovrei iniziare a dire dei no. Come c’è una tecnica per cantare o recitare, ce n’è una anche per condurre".

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