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Credits: Profilo TikTok @unpopularity101
30 Aprile 2024
Redazione 105
L’esperienza di Molly con un rider che ha addebitato illegalmente una mancia di 40 euro sulla sua carta di credito ha scatenato un dibattito online su TikTok. In un video pubblicato sul suo account, Molly ha espresso frustrazione e preoccupazione per la situazione, chiedendosi se dovrebbe denunciare l’accaduto. Ma cos’è successo? In pratica il rider ha deciso di meritarsi una mancia e, nonostante lei non l’avesse autorizzato, l’ha addebitata sulla sua carta senza dirle niente. Nella clip ha spiegato: “Ho ordinato una pizza e il rider ha aggiunto illegalmente una mancia tanto alta da mandarmi nei casini con l’affitto nonostante gli avessi detto che non potevo permettermelo”. Nella didascalia, poi, si è chiesta: “Dovrò davvero denunciare per 40 euro? Perché ne sarei capace”.
La storia ha suscitato reazioni contrastanti tra gli utenti dei social media. Alcuni hanno manifestato solidarietà e hanno consigliato a Molly di agire immediatamente contattando il ristorante in modo da riavere i propri soldi e per evitare che il rider la passi liscia. Qualcuno ha persino affermato di chiamare le autorità competenti per ottenere un rimborso completo e impedire che situazioni simili si ripetano. Una persona che si è schierata dalla sua parte ha scritto: “O ti rimborsano il 100% o chiami la polizia! Una cosa del genere è inaccettabile”. Il fatto che Molly abbia specificamente detto al rider che non poteva permettersi una mancia rende l’azione del rider ancora più discutibile.
Altri, invece, hanno preso le difese del rider. Chi ha criticato Molly ha invece sottolineato che, se non può permettersi una mancia, forse non dovrebbe ordinare cibo a domicilio e aspettarsi un servizio gratuito. Insomma, se è pur vero che il rider ha sbagliato, anche lei è nel torto. Questa prospettiva ha sollevato un dibattito più ampio sulle aspettative dei clienti nei confronti del servizio di consegna a domicilio e sul ruolo delle mance che ricordiamo come in alcuni paesi siano pressoché obbligatorie. La soluzione potrebbe risiedere in una maggiore comunicazione e consapevolezza da entrambe le parti, insieme a regole e politiche chiare per garantire un equo trattamento sia per i clienti che per i lavoratori della consegna.
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