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Un asilo propone l’utilizzo di braccialetti che vibrano per distanziare i bimbi: è polemica

Gli ideatori sostengono sia la soluzione per far tornare i più piccoli all’asilo, ma per qualcuno è “un’idea mostruosa”.

Un asilo propone l’utilizzo di braccialetti che vibrano per distanziare i bimbi: è polemica

08 Maggio 2020

La scuola per l’infanziaEugenio Cantoni” di Castellanza, in provincia di Varese, ha intenzione di riaprire i battenti il prima possibile per poter di nuovo accogliere i bambini. Per questo motivo ha già acquistato 200 braccialetti hi-tech da un’azienda italiana che li produce: questi dispositivi dovranno essere indossati dai bimbi per mantenere una distanza di sicurezza di almeno un metro. Se due bimbi si avvicineranno troppo, infatti, i braccialetti vibreranno per far loro capire di doversi allontanare.

Questo sistema sarebbe già in uso altrove e si sta già pensando a una possibile sperimentazione anche nei centri estivi e negli istituti italiani. Il preside dell’asilo del Varesotto, Fabio Morandi, sostiene pienamente l’iniziativa: “Sarà sviluppata e spiegata come se fosse un gioco, evitando qualsiasi rischio di ansie per le misure anti-contagio – ha detto a Fanpage – e lo scopo per i bimbi sarà appunto quello di non far illuminare i propri braccialetti”. A illustrare le modalità del “gioco” ai piccoli saranno psicologi e pedagogisti.

La proposta, però, sta facendo molto discutere perché non tutti credono che sia una buona idea: molti esperti, infatti, sono convinti che, al contrario, i braccialetti potrebbero avere delle forti ripercussioni sui bambini di età compresa tra i 4 e i 6 anni. “Un dispositivo del genere viola i diritti di crescita dei bambini perché condiziona la loro libertà di poter incontrare l'altro e lo fa incutendo paura – ha spiegato Cinzia D'alessandro, coordinatrice pedagogica e presidente del comitato EduChiAmo, a Fanpage.it – così impediamo ai piccoli di attuare il gioco libero con gli altri che è fondamentale per lo sviluppo tutti i processi di crescita psicofisici ed emozionali".

Per D’Alessandro questa idea è “mostruosa” per due motivi fondamentali: innanzitutto i bambini dovrebbero poter riprendere i contatti con i coetanei in assoluta libertà; in secondo luogo, poi, il ruolo degli educatori verrebbe ridimensionato a quello di “secondini che controllano” i bambini. Per la coordinatrice pedagogica, inoltre, vietare ai piccoli la socializzazione sarebbe molto dannoso: la soluzione per tornare a scuola, secondo lei, sarebbe quella di organizzare turni fissi con piccoli gruppi di bambini.

 

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