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Ligabue: “Non ho una ricetta per l’Italia, ma ne ho piene le scatole”

Il rocker parlato di politica e di musica. “‘Made in Italy’ è un album su un sentimento di amore, non corrisposto, verso l’Italia”.

Ligabue: “Non ho una ricetta per l’Italia, ma ne ho piene le scatole”

17 Febbraio 2017

"Non ho una ricetta per l’Italia, non sono nemmeno uno che se ne vuole andare via, ma ne ho piene le scatole. L’unica proposta di sinistra estrema che ho sentito di recente è il reddito di cittadinanza dei Cinque Stelle". È stato un Ligabue molto concentrato sulla politica e sull’Italia quello che si è confidato al Corriere della Sera prima del concerto di Acireale, prima vera tappa del suo "Made in Italy - Palasport Tour 2017", dopo il rinvio delle date romane a causa di un edema alle corde vocali, "causato da un virus influenzale".

Ligabue ha parlato di "Made in Italy", il nuovo album che sta promuovendo col tour, disco che racconta la vita di un 45enne in crisi: "È l’espressione di tanti senza voce, uno incavolato col mondo perché è andato in un’altra direzione, un mondo dove le differenze crescono. Ma deve anche fare i conti con se stesso e smettere di pensare che tutto complotti contro di lui". Nonostante la chiave politica, al centro del disco e della musica che sta suonando Ligabue ora c’è qualcos’altro: l’amore. "Per me è un album su un sentimento di amore, non corrisposto, verso l’Italia".

Nella conversazione col quotidiano milanese, viene a galla tutto il tormento politico di Ligabue: "Mi viene naturale pensarmi di sinistra perché è la mia simpatia politica da sempre. Non so che senso abbia la parola comunista oggi, ma vengo da una famiglia comunista... sono cresciuto in una provincia laboratorio dove funzionava tutto, ospedali, cultura, asili…". Eppure, anche lui oggi guarda al Movimento 5 Stelle.

Per la carriera, invece, c’è la tentazione di tornare a essere regista: "Fare un film è un’ipotesi. Sto tardando a farne uno perché quando ho girato il primo è nato mio figlio e durante il secondo è morto mio padre. Sono rimasto scottato. E poi girarne uno comporta una fatica mentale enorme e una soddisfazione infinitesima rispetto a quando la gente ti canta addosso. Per anni ho avuto l’alibi di non avere una storia, ora ce l’ho. Penso a un progetto basato sulle canzoni, ma non un musical, una cosa alla Quadrophenia degli Who".

 

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