19 Marzo 2013
Il 2 aprile a Los Angeles avrà inizio il processo civile intentato dalla madre e dai figli del re del pop contro il colosso AEG Live. "La verità emergerà", tuona il loro avvocato.
“Alla fine, la verità su ciò che è successo a Michael emergerà. Stiamo attendendo con ansia il processo, grazie al quale il resto della storia verrà alla luce”. Sono parole dure, quelle dell’avvocato Kevin Boyle, rappresentante legale scelto dall’anziana madre del compianto Michael, Katherine Jackson, la quale, insieme ai tre figli del cantante, Prince, Paris e Blanket, ha intentato - secondo quanto riportato dal sito TMZ - una causa civile per ottenere un indennizzo di 40 miliardi di dollari (!) dal colosso AEG, il promoter che organizzò lo show faraonico che nel 2009 avrebbe dovuto riportare il re del pop sul palcoscenico della 02 Arena di Londra. Fatalità, Michael Jackson morì pochi giorni prima del debutto, il 25 giugno del 2009, quando, in seguito alla somministrazione nella sua camera da letto di un potente anestetico il cui utilizzo è vietato in circostanze estranee a quelle previste dai rigidi protocolli delle sale operatorie, ebbe un arresto cardiaco costato al suo medico personale, il controverso Conrad Murray, una condanna per omicidio colposo. Come i media riportarono all’epoca, sembra che Jackson, già fisicamente provato dalle prove dello spettacolo, non prese bene il fatto che la AEG avesse venduto - qualcuno sostiene a sua insaputa - i biglietti di 50 date invece delle 10 originariamente pattuite.
Fu un evento senza precedenti, un “tutto esaurito” a dir poco fulmineo, e l’indomani della drammatica scomparsa di Jackson, la AEG Live dovette rimborsare centinaia di migliaia di fan pronti a raggiungere Londra da ogni angolo del pianeta. Ed è proprio per la perdita economica causata dalla cancellazione di quelle 50 date che gli eredi del cantante chiedono oggi un indennizzo di 6,6 miliardi di sterline per il mancato guadagno più 19.8 miliardi di sterline a titolo di risarcimento. Insomma, un “danno emergente” e un “lucro cessante”, come dicono i giuristi, di tutto rispetto. Tuttavia, secondo il Telegraph, c’è di più. C’è, per esempio, una e-mail rinvenuta lo scorso anno che rivelerebbe che un alto funzionario della AEG Live sapeva che il cantante, sebbene ancora in vita, soffriva di problemi di salute, fisici e mentali, e che lo stress al quale era sottoposto poteva mettere a rischio l’imminente tournée. In particolare, nelle missiva l’uomo descriveva Michael Jackson come “emozionalmente paralizzato” e profondamente insoddisfatto di sé al punto da mettere in “dubbio” di essere pronto a esibirsi. La potente società di promozione nega di avere qualsivoglia responsabilità riguardo l’azione del dottor Murray di sedare Jackson con il Propofol e altri farmaci antidepressivi. Ma l’ombra del complotto torna sul caso Jackson. La prima udienza il 2 aprile.